BIOGRAFIA  

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Nasce a Torino nel 1916, da Adolfo Momigliano, un avvocato socialista e da Bianca Treves, maestra elementare. Un suo zio, Riccardo Momigliano, fu condannato al confino a Lipari come socialista. Sua sorella Mila era segretaria della Comunità Ebraica di Torino. Si laurea in giurisprudenza, collabora con Luigi Einaudi, scrivendo sotto falso nome quando le leggi antisemite del 1938 glielo impongono. Frequenta la Biblioteca Ebraica di Torino, dove conosce Luciana Nissim, che nel dopoguerra, sopravvissuta ad Auschwitz, diventerà sua moglie. Dopo l’8 settembre diventa Commissario politico per il Partito d’Azione nella Resistenza. Nel marzo 1944 viene arrestato a Milano e portato a San Vittore. Per un mese e mezzo non viene riconosciuto per quel che era, una figura di spicco della Resistenza, per di più ebreo, poi viene individuato e torturato. Fa arrivare ai compagni all’esterno la richiesta di avere del cianuro per evitare di parlare, lo ottiene, ma viene fatto fuggire avventurosamente dal carcere. Nel dopoguerra diventa un importante economista, lavora con Adriano Olivetti e insegna all’Università di Torino. Muore nel 1988.

LA STORIA
Franco Momigliano, ebreo e capo partigiano, viene arrestato come resistente. Solo successivamente i nazisti lo riconoscono come ebreo, fatto che rende la sua posizione ancora peggiore. La richiesta del veleno per uccidersi ed evitare di denunciare sotto tortura i compagni non era fuori dal comune. Meno comune la sua fuga avventurosa, organizzata dai suoi compagni di Giustizia e Libertà di Milano. Particolarmente interessanti, nelle testimonianze, il racconto della sorella Mila che, senza contatti con la Resistenza, cerca disperatamente i compagni del fratello per tentare di salvarlo. Nel dopoguerra, Momigliano sposa Luciana Nissim, reduce da Auschwitz, poi illustre psicoanalista.