Shlomo Venezia è nato a Salonicco, in Grecia, il 29 dicembre 1923. Figlio di Isacco Venezia e Doudou Angel, apparteneva al ristretto gruppo degli ebrei salonicchioti con cittadinanza italiana. Nel 1943, prima dell’armistizio, Shlomo Venezia con la madre e i fratelli, si trasferì ad Atene da dove, nell’aprile del 1944, vennero tutti deportati ad Auschwitz. Dopo un mese e mezzo a Birkenau, Shlomo Venezia fu assegnato alSonderkommando, il Comando Speciale per il lavoro nei crematori. Nel gennaio del 1945 affrontò la “marcia della morte” dal campo di Birkenau a quello di Mauthausen e da qui fu poi trasferito nei sottocampi di Melk e infine di Ebensee. La liberazione del campo avvenne il 6 maggio 1945. Per via della tubercolosi contratta nei mesi di prigionia, Shlomo Venezia rimase a Ebensee fino alla fine di giugno. Dal luglio 1945 al novembre 1946 rimase ricoverato nel sanatorio Forlanini di Udine. Grazie all’American Joint Committee potéin seguito trasferirsi nei pressi di Roma dove si stabilì. Della famiglia Venezia sopravvisse solo il fratello maggiore di Shlomo, Maurice, emigrato poi negli Stati Uniti e la sorella Rachel, emigrata in Israele. Shlomo Venezia ha cominciato a raccontare la sua esperienza nei campi nazisti solo a partire dal 1992, specialmente fra gli studenti delle scuole. Shlomo Venezia è morto a Roma il 1° ottobre 2012.
Quella di Shlomo Venezia è una delle poche testimonianze che possediamo sui SonderKommandodi Auschwitz e l’unica di un italiano. È una delle testimonianze più atroci del campo, dato il compito che gli era stato assegnato di lavorare nei crematori di Auschwitz Birkenau. Di solito i membri delle squadre di SonderKommando venivano a loro volta gasati dopo pochi mesi, nel suo caso il trasferimento del campo nel gennaio 1945, mentre le truppe sovietiche stavano per liberarlo, e il suo spostamento in altri campi nelle “marce della morte”, gli consentirono di sopravvivere. Ha raccontato per vent’anni la sua esperienza.