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Sulla sua esperienza scrive, già nel 1945, Mauthausen bivacco della morte, il primo libro di testimonianza sulla deportazione pubblicato in Italia. Nello stesso anno è reintegrato in Rai e percorre tutta la carriera amministrativa fino a essere promosso nel 1970 a vice-direttore generale.
Dalla fine degli anni cinquanta lavora per tenere viva la memoria della Resistenza e della Deportazione e dopo il pensionamento intensifica gli impegni: dal 1974 e per venti anni dirige la rivista Lettera ai Compagni della Federazione italiana associazioni partigiane (Fiap) e dal 1991 riveste la carica di presidente in seno all'Associazione nazionale ex deportati politici nei campi di concentramento nazisti (Aned). In questo ruolo, con la collaborazione della Regione Piemonte e dell'Università di Torino, promuove una vasta attività culturale volta a preservare la memoria della Deportazione e della Resistenza e arrivare a una compiuta ricostruzione storica di quelle vicende.
Rimasto vedovo nel 1958, nel 1963 si risposa con Maria Valentina Appiotti, dirigente Ilte del gruppo Iri, scomparsa nel 1996. Vasari muore a Torino il 20 luglio del 2007.
LA STORIA
La lettera della moglie di Bruno Vasari, Felicina De Giorgio, scritta alla madre nell’agosto del 1945, restituisce una vicenda particolare. Bruno Vasari, classe 1911, figlio di madre ebrea, ma battezzato alla nascita, si vede perseguitato “solo” a partire dal dicembre del 1943. Prima di allora infatti le sue origini ebraiche non sono note e dunque riesce a fare carriera come dirigente all’interno dell’Eiar, realtà centrale per la propaganda del regime. Nel 1943, proprio per mettere in salvo la madre e nonostante tutte le precauzioni, viene denunciato in quanto ebreo e il 1 giugno 1944 licenziato in tronco dall’Eiar. Allontanatosi da Torino, viene arrestato a Milano, dove nessuno lo conosce, e deportato in quanto partigiano a Mauthausen e non ad Auschwitz. È significativa anche la parte finale della lettera dove viene raccontato il momento del rientro dei reduci dal punto di vista di chi è rimasto e li sta aspettando. PAROLE CHIAVE arresto ; clandestinità ; delazione ; deportazione ; liberazione e ritorno ; Mauthausen ; Resistenza LUOGHI Bolzano, Mauthausen, Milano, Milano - Carcere di San Vittore, Torino, Trieste, Andrate
Bruno Vasari nasce a Trieste, ancora austriaca, il 9 dicembre 1911, secondogenito, dopo la figlia Wanda, di Giulio Lonschar, cattolico e di Paula Janovitz, di origine ebraica. Allievo di Giani Stuparich al liceo classico di Trieste, dopo la maturità si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza prima a Padova, poi a Torino. Contemporaneamente agli studi universitari, nel 1935 viene assunto all'EIAR di Trieste. Nel 1936 si trasferisce per lavoro a Venezia e nel 1938 a Torino dove allora aveva sede la Direzione generale e dove si laurea. Nel 1940 incontra e poi sposa Felicina De Giorgio, detta Nanni. Nel dicembre del 1943 Nanni Vasari si reca a Trieste per prendere Paola Janovitz, mamma di Bruno e nasconderla in città, prima in casa loro, poi in un ricovero per anziani. La presenza della madre in clandestinità, l'origine ebraica dello stesso Vasari fanno sì che egli sia molto prudente nello stabilire i primi contatti con gli ambienti della resistenza piemontese. Nonostante questo la nuova dirigenza repubblichina lo tiene d'occhio. I primi di aprile Vasari viene convocato con urgenza presso la sede del Partito fascista, a Palazzo Campana, dove si reca nei giorni dell'uccisione di Ather Capelli. In quell'occasione viene a sapere di essere considerato «la longa manu dell'ebraismo internazionale in Eiar». Il 1° giugno 1943 viene licenziato dalla direzione fascista; dopo il licenziamento si trasferisce a Milano e intensifica i suoi rapporti con la Resistenza. Il 6 novembre 1944 nel corso di una missione è arrestato e incarcerato a San Vittore: di lì viene deportato al Lager di Bolzano, e da Bolzano a quello di Mauthausen come deportato politico, numero di matricola 114119, dove viene liberato il 5 maggio 1945.
Bruno Vasari
1911 - 2007
Sulla sua esperienza scrive, già nel 1945, Mauthausen bivacco della morte, il primo libro di testimonianza sulla deportazione pubblicato in Italia. Nello stesso anno è reintegrato in Rai e percorre tutta la carriera amministrativa fino a essere promosso nel 1970 a vice-direttore generale.
Dalla fine degli anni cinquanta lavora per tenere viva la memoria della Resistenza e della Deportazione e dopo il pensionamento intensifica gli impegni: dal 1974 e per venti anni dirige la rivista Lettera ai Compagni della Federazione italiana associazioni partigiane (Fiap) e dal 1991 riveste la carica di presidente in seno all'Associazione nazionale ex deportati politici nei campi di concentramento nazisti (Aned). In questo ruolo, con la collaborazione della Regione Piemonte e dell'Università di Torino, promuove una vasta attività culturale volta a preservare la memoria della Deportazione e della Resistenza e arrivare a una compiuta ricostruzione storica di quelle vicende.
Rimasto vedovo nel 1958, nel 1963 si risposa con Maria Valentina Appiotti, dirigente Ilte del gruppo Iri, scomparsa nel 1996. Vasari muore a Torino il 20 luglio del 2007.
LA STORIA
La lettera della moglie di Bruno Vasari, Felicina De Giorgio, scritta alla madre nell’agosto del 1945, restituisce una vicenda particolare. Bruno Vasari, classe 1911, figlio di madre ebrea, ma battezzato alla nascita, si vede perseguitato “solo” a partire dal dicembre del 1943. Prima di allora infatti le sue origini ebraiche non sono note e dunque riesce a fare carriera come dirigente all’interno dell’Eiar, realtà centrale per la propaganda del regime. Nel 1943, proprio per mettere in salvo la madre e nonostante tutte le precauzioni, viene denunciato in quanto ebreo e il 1 giugno 1944 licenziato in tronco dall’Eiar. Allontanatosi da Torino, viene arrestato a Milano, dove nessuno lo conosce, e deportato in quanto partigiano a Mauthausen e non ad Auschwitz. È significativa anche la parte finale della lettera dove viene raccontato il momento del rientro dei reduci dal punto di vista di chi è rimasto e li sta aspettando. PAROLE CHIAVE arresto ; clandestinità ; delazione ; deportazione ; liberazione e ritorno ; Mauthausen ; Resistenza LUOGHI Bolzano, Mauthausen, Milano, Milano - Carcere di San Vittore, Torino, Trieste, Andrate