Testimonianza su Giuseppe Jona (in Mondadori, 2022)
Giuseppe Jona
Venezia
Angelo e Fausta [i bisnonni dell’autore] decisero comunque di sposarsi nella Sinagoga Spagnola il 16 settembre. E poi che fare? Quel giorno, almeno quel giorno, doveva essere di festa, anche se tutti sapevano che le truppe tedesche erano arrivate in Italia da otto giorni. Vennero tutti, amici e parenti. (…) Allegria e preghiere si mescolarono. Solo per poco. Fausta era contenta, Angelo si sentiva felice.
Poi arrivò una notizia tragica, che, a metà della festosa cerimonia della sinagoga levantina, trasformò la tensione, che già era palpabile, in autentico dolore: il professor Giuseppe Jona, presidente della Comunità ebraica di Venezia, si era avvelenato.
La sua segretaria, Linda Polacco Eldery, dopo molti anni, scrisse una lettera a mia madre, sua amica, nella quale raccontò che cosa era successo quel giorno: i tedeschi, o alcuni italiani inviati da loro, erano andati dal professore, noto medico veneziano, e gli avevano intimato di consegnare entro pochi giorni la lista completa degli ebrei veneziani. Jona, preso dalla disperazione, convinto che non ci fossero ormai più vie d’uscita, aveva scelto il suicidio. Morì nella notte del 17 settembre. Il suo ricordo sia in benedizione.