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LE PERSECUZIONI, L’ARRESTO E IL RITORNO


Brani tratti dalla testimonianza rilasciata nell’ambito del progetto: Consiglio regionale del Piemonte A.N.E.D. - Sezione di Torino Istituto di Storia della Facoltà di Magistero dell’Università di Torino.
Elsa Levi
Torino
  29 Marzo 1982
Le persecuzioni e l’arresto
Ma l’infanzia l’ho trascorsa benissimo normale, perché insomma si stava abbastanza bene, poi è venuto la persecuzione razziale e papà ha dovuto chiuder tipografia e, mia sorella si è messa a lavorare e anch’io mi sono messa a lavorare per andare avanti.
I - E quale lavoro faceva lei?
- Io facevo la baby sitter o assistevo ammalati, o lavoravo a maglia, mia sorella invece si è impiegata presso dei parenti [...]. quando si era ragazze, si passava giornate bellissime perché, e si andava a scuola, si andava a ballare, si giocava a tennis e, si andava invilleggiatura d’estate, d’inverno no, d’estate si andava in villeggiatura tre mesi, perciò le giornate passavano bene così e...
I - E quando è stata arrestata la data se si ricorda?
- Sì, 9 maggio del quarantaaa... quattro...
I - Quarantaquattro, e non so se mi vuole raccontare com’è avvenuto questo, questo arresto... - Sono, ero in casa di una mia amica in via Garibaldi n. 5, quan... mentre scendevo ho trovato la ragazza sotto che mi ha preso e m’hanno portata lì in piazza... all’Albergo Nazionale... lì m’han fatto tutto l’interrogatorio, m’hanno riconosciuta anche se io dicevo di no, di lì sono passata alle carceri e poi dalle carceri sono passata a Fossoli… poi da Fossoli sono andata ad Auschwitz.
- E senta i suoi genitori, sono stati presi?
I - No per fortuna perché una nostra amica che insomma sapeva, ha preso mia sorella e i genitori li ha portati su in campagna... e loro si sono salvati lì

Il ritorno
I - E quando poi siete state liberate quando è avvenuta la Liberazione?
- Al 6 di gennaio siamo...
I - Del’45...
- Stati, sì, siamo stati liberati dai russi noi, e i tedeschi erano già due o tre giorni che erano lì, che vedevamo che non facevano più niente per noi, ho detto: ma, poi li abbiamo visti scappare e aprire tutte le porte, abbiam detto: “allora qui c’è la Liberazione" e, ma noi non abbiamo potuto muoversi, perché eravamo di gennaio con la neve dieci centimetri o anche di più, perché non so, io avevo i piedi congelati e le mani congelate non potevo muovermi... e poi finalmente abbiamo da... abbiamo trovato gli uomini che venivano verso di noi... e allora tanti si sono incontrati mariti, mogli, figli, nipoti, io ho trovato nessuno perché... ho trovato Primo Levi io, poi…[…] Ma non lì, l’ho trovato dopo e, e c’han detto loro appunto che i russi erano scappati, che i tedeschi erano scappati perché i russi stavano avanzando dice:””non muovetevi da campo, che verranno a salvarvi”, e noi siamo stati sei giorni lì nel campo, non ne vedevamo mai nessuno e allora questi uomini hanno fatto di tutto, han cercato legna per scaldarci perché non, noi eravamo al freddo, son andati a cercar le patate sono andati a cercare di, roba da mangiare dì, lì dei, dei tenenti e... e dopo il sesto giorno abbiamo che è quello che ce... l’unico tedesco bravo che è stato con noi... un ragazzo avrà avuto sedici diciassette anni, è venuto lì a... c’ha detti: “tutti fuori”, può immaginare noi che lì, stavamo male, ma stavamo bene perché eravamo al caldo, abbiamo trovato roba da, da vestirci insomma e tutto, siamo andati su, su questa strada e questo qui c’ha portati non so in che paese, perché i paesi non c’era più scritto niente dei paesi, e c’ha portati lì, che poi era una foresta... ha detto: “adesso voi dovete aspettare che passino i russi”, allora c’era un dottore di Roma e questo dottore di Roma che parlava polacco e tedesco e gli ha chiesto, e lui gli ha detto: “se avete la forza di camminare di andare, vedete lassù c’è una caserma”, dice: “vi mettete lì, vengono i russi a, a salvarvi”, e così abbiamo fatto, siamo camminando come potevamo perché avevamo tutti i piedi congelati... Ne abbiamo persi diversi anche per la strada, siamo arrivati lì, dopo mezz’ora che eravamo lì la foresta è saltata in aria... perciò noi saremmo tutti... tutti morti… E poi siamo rimasti lì un sei sette otto dieci giorni, poi son venuti i russi che c’hanno presi e c’hanno portati con loro... e abbiamo fatto tutta la, la strada con loro, Cracovia, Kiev, fino in Alta Slesia siamo arrivati... in Alta Slesia ci siamo fermati... che poi, c’hanno portato poi a casa... I - Capito... e sotto i russi quanto siete rimasti?
- E sotto i russi siamo rimasti da febbraio fino a settembre, io come sono arrivata in Italia ee, a Verona c’era la Croce Rossi che la Croce Rossa ha chiamato i nomi di tutti, per sapere chi era di Milano, chi era di Torino e tutto, e combinazione di Torino c’era nessuno, c’ero io sola, allora io mi sono aggregata a quelli di Milano... perché poi io c’ho un’amica carissima a Milano, che prima d’arrivare a Torino sono andata da lei, e di lì da Verona c’hanno tenuti una notte a dormire sotto una tenda, poi al mattino presto due preti con una carretta c’ha por... c’ha portati a Milano al suo monastero che, che non so dov’è, e lì c’hanno dato da mangiare di nuovo e tutto e c’hanno fatto lavare, c’hanno fatto far la doccia perché eravamo sporche luride, e poi han detto: “adesso siete liberi... potete andare a casa...”, allora ho detto: ma a casa dove vado, perché io non sapevo se loro erano vivi o morti e non sapevo se erano vivi dov’erano, e era di sera, era la sera alle sette e ho detto: ben telefono alla mia amica di Milano e vado da lei, poi da lei saprò qualche cosa dei miei e invece la mia amica non c’era, c’era il padre, perché la mia amica era partigiana ed erano andata con il marito non so dove, a prendere il marito mi pare ... e allora sono stata lì col papà, il papà combinazione mi ha detto: “guarda che tua sorella, c’ho qui una lettera di tua sorella”, e me l’ha fatta leggere e diceva che aveva saputo, perché io quando ero con i polacchi, c’era degli amici di Torino che son venuti via perché se noi volevamo scappare eravamo liberi di scappare e, e questo qua m’ha detto: “vieni anche tu giù no, andiamo via prima”, e io non ho detto: “io non vengo, ho i piedi congelati perciò non posso, non posso far sforzi e tutto perciò quando voi arri... se arrivate a Torino, andate ad avvisare i miei che io sono viva”, e questi sono arrivati, sono arrivati e hanno telefonato... hanno telefonato ad una mia amica dove mi hanno preso, eee insomma io ho saputo che i miei erano liberi e che erano vivi... e allora con suo papà son stata lì tutta la notte... poi al mattino presto siccome lui era delle ferrovie, e al mattino presto m’ha portata in ferrovia, m’ha fatto fare il biglietto e tutto quanto e io sono arrivata a Torino... arrivata a Torino ho detto: ma da dove sono partita arrivo, e son di nuovo andata da questa mia amica, sono andata da lei, e lei m’ha, m’ha... quando insomma m’ha riconosciuta e tutto, prima cosa m’ha detto che lei era andata via dieci minuti prima che io arrivassi, con i miei, e che i miei erano salvi, insomma che mia sorella stava bene e tutto quanto e, allora abbiamo telefonato erano in casa di una mia zia, abbiamo telefonato in casa di una mia zia, e loro dopo un quarto d’ora, venti minuti erano già lì e, dov’ero, dov’ero io che ero arrivata insomma,..
Prima di andare ero fidanzata, poi quando son venuta giù non s’andava più d’accordo per diverse idee sue perché, glielo dico anche, lui mi, spifferando mi ha detto: “tu sei viva perché sei andata a dormire con un tedesco”, e io gli ho risposto: “che anche se avessi dovuto andare a dormire con cinquanta andavo per salvarmi la vita”, dunque da quella frase lì, ho detto: basta!
“Perché è segno che tu non, non stimi abbastanza una persona”, perché anche metta il caso che tu fossi andata a dormire con un tedesco, ma per la pelle avrei fatto qualunque cosa, ho avuto la fortuna di potermi salvare senza andare a dormire con lui, ma a una frase della persona che ti vuoi bene, che sai la vita che hai fatto tutto, quello mi ha proprio sa... gettato giù le braccia perciò, immediatamente ho... l’ho troncato e, mi è rincresciuto perché erano anni che andavo avanti e tutto ma d’ogni modo..

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