Elsa Levi, nata a Torino il 15 giugno 1912, viene arrestata il 9 maggio 1944 su delazione, imprigionata alle Carceri Nuove e detenuta a Fossoli, da dove viene deportata ad Auschwitz il 26 giugno (trasp. 56 Tib.). Qui è immatricolata col n. A-8477. È liberata dalle truppe sovietiche durante la marcia di evacuazione (gennaio 1945). Anche il padre e la madre riescono a salvarsi, mentre tre zii muoiono a Fossoli e altri tre sono uccisi al Lago d'Orta (tra questi il cugino Roberto Levi).
LA STORIA
Elsa Levi è stata intervista nel 1982: di quella intervista abbiamo scelto le parti in cui restituisce il trauma e le conseguenze sulla sua vita delle leggi razziali e il momento dell’arresto, avvenuto a Torino in pieno centro, vicino alla casa di un’amica. Molto significativa è la parte in cui la testimone racconta della sua “lunga liberazione”: il 27 gennaio del 1945 si trova ad Auschwitz, ha memoria dei giorni che intercorrono tra l’arrivo dei russi e l’inizio del lungo viaggio che la riporta in Italia. Un rientro a casa positivo perché il padre e la madre sono riusciti a mettersi al sicuro, ma comunque contraddistinto, come in molti altri casi, dalla difficoltà di reintegrarsi e di ritornare alla vita precedente all’arresto.