Nata in una famiglia della ricca borghesia ebraica, studia al liceo classico Massimo D’Azeglio dove ha come compagni Giorgio Vaccarino e Carlo Casalegno. Vive durante gli anni dell’adolescenza un’esistenza apparentemente spensierata, complicata dalla rigidità della famiglia di origine che controlla pesantemente le sue scelte, i suoi amori e le amicizie. Le leggi razziali cambiano per sempre la sua vita. Il 7 febbraio 1943 sposa Roberto Levi, un cugino di Primo. Con lui, nel settembre di quell’anno si sposta sul lago Maggiore. Il 15 Roberto viene arrestato a Orta San Giulio ed è uno delle 54 vittime dell’eccidio noto come “strage di Meina”. Solo durante il processo di Osnabruck nel 1968 si seppe esattamente che cosa era successo. Elena Bachi scrive al Presidente "la sentenza da le pronunciata mi ha dato, dopo 25 anni, finalmente un senso di pace e serenità, che non avevo più provato da quando ad Orta, il 15 settembre 1943, avevo visto portare via per sempre l'uomo di 23 anni che da soli 7 mesi era mio marito".
Elena viene aiutata a nascondersi dal viceparroco di Omegna don Giuseppe Annichini che, dopo averle procurato documenti falsi dai quali risulta essere sua nipote, la nasconde in Val Strona e qui viene raggiunta dai suoi genitori che si trovavano in Veneto. Nel dopoguerra ritorno a vivere a Torino e si risposa.