Alberta Levi è nata a Ferrara nel 1919. Si trovava a Roma il 16 ottobre 1943 con tutta la sua famiglia. Si salvò nascondendosi sul balcone, mentre venivano arrestati sua zia, sua madre e sua sorella. Portati al Collegio Militare con gli altri oltre mille arrestati durante la razzia, i suoi famigliari finsero di essere di matrimonio misto e furono rilasciati. Dopo la guerra, sposatasi con Fabio Temin, Alberta Levi visse a Napoli dove si prodigò nel testimoniare e nel combattere il negazionismo e dove fu fra i fondatori della sezione napoletana dell’Amicizia ebraico-cristiana. Ha lavorato attivamente nei progetti di incontri tra ebrei e palestinesi. È morta a 96 anni nel 2016.LA STORIANella testimonianza di Alberta Levi particolarmente significativo è il racconto della liberazione, a Roma il 16 ottobre 1943, di sua madre e sua sorella, arrestate nella razzia e portate con gli altri ebrei razziati al Collegio Militare, in via della Lungara. Infatti le due donne dichiararono di essere di matrimonio misto e furono liberate. Com’è noto, i nazisti chiesero a quanti erano coniugi o figli di matrimonio misto o a quanti non erano ebrei di dichiararlo per essere liberati. Fu una procedura eccezionale, che portò alla liberazione di oltre duecento arrestati. Il Vaticano si convinse che questo fosse stato il risultato dell’incontro che il Segretario di Stato aveva avuto all’alba del 16 ottobre con l’ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, un incontro fitto di parole ambigue e di non detti e sfociato nella mancanza di una protesta da parte della Chiesa. In realtà le ricerche storiche hanno dimostrato che i nazisti avevano già a Berlino deciso di liberare i misti, forse per saggiare la possibilità e la volontà di proteste della Santa Sede, forse per altro, ma indipendentemente dalle deboli proteste del Papa, comunque non rese pubbliche.