Oscar Di Gioacchino è nato a Roma nel 1933, in una famiglia della media borghesia ebraica. Suo padre Bruno, originario di Ancona, lavorava come dirigente ai magazzini MAS, da cui fu cacciato nel 1938, sua madre Gilda Miel, era romana. Abitavano a Trastevere in via Goffredo Mameli 40. Durante la guerra, scampano alla razzia del 16 ottobre, e si nascondono al Pontificio Seminario Lombardo dove sfuggono anche all’incursione del dicembre 1943 all’interno del Seminario, guidata dal fascista Pietro Koch con la partecipazione delle SS, dove partigiani ed ebrei furono arrestati.Una storia questa in cui Di Gioacchino racconta il 16 ottobre, molto dettagliata e accurata. Contrariamente a molti altri, che furono presi senza avere modo di nascondersi, la famiglia Di Gioacchino si rifugiò in un appartamento all’ultimo piano proprietà di uno zio ma affittato a non ebrei. Questi li aiutarono a fuggire attraverso una botola che portava sui tetti, nascosta da un armadio. Qualche possibilità di fuga era evidentemente stata predisposta, come sappiamo successe anche in altri casi. Anche qui, convinti che i tedeschi avrebbero portato via solo gli uomini, donne e bambini rimasero nell’appartamento. Per fortuna, con l’aiuto degli affittuari non ebrei, riuscirono a convincere i nazisti di essere parenti sfollati dei padroni di casa. Ebbero molta fortuna, perché in molti casi i nazisti non si fecero convincere e arrestarono tutti. La selezione fu fatta poi al Collegio Militare, dove i non ebrei e i figli e coniugi di matrimonio misto furono liberati.