Nasce nel 1936 a Trieste, dove i suoi genitori erano giunti piccolissimi da Corfù, in una famiglia osservante. Vive in pieno le conseguenze delle leggi del 1938, e durante l’occupazione, nascosta con la sua famiglia, passa dei momenti molto duri, tra la durezza delle condizioni di vita e la paura costante delle denunce.
Nella sua testimonianza, oltre a un richiamo struggente alla deportazione degli ebrei di Corfù, ci sono le leggi del 1938, che cacciano Enrica da scuola, che suo padre poté ascoltare nella proclamazione fatta proprio a Trieste, il 18 settembre 1938, da Mussolini. E poi le fughe e i tentativi di trovare accoglienza durante l’occupazione, fino a trovar riparo, a pagamento, in un sopralzo di un negozio di falegnameria dove dovevano stare fermi immobili senza fare rumore pernon essere scoperti, sempre col terrore di essere denunciati e deportati. Molti erano infatti i delatori, e fra loro quel Mauro Grini, ebreo, che operava con i nazisti per scovare gli ebrei nascosti. E la nostalgia del mare, mai visto per due anni, ed infine la liberazione, la libertà finalmente raggiunta.