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Giuliana Fiorentino Tedeschi


1914 - 2010



Giuliana Fiorentino Tedeschi è nata a Milano nel 1914. Ha passato infanzia e adolescenza a Napoli, dove la famiglia si trasferisce e, rientrata a Milano, si laurea in glottologia con Benvenuto Terracini (1936). Nel 1939 si sposa con l'architetto Giorgio Tedeschi ma con le leggi razziali Giuliana è esclusa sia dalla carriera universitaria, sia dalla possibilità di accedere alla cattedra di insegnamento nelle medie superiori, vinta in concorso prima del 1938. Nel 1943 i Tedeschi, che nel frattempo hanno avuto due figlie, si trasferiscono a Torino, luogo d'origine della famiglia di Giorgio. Qui, l'8 marzo 1944 Giuliana è arrestata con il marito e la suocera, Eleonora Levi, prelevata in una clinica dov'era ricoverata a seguito di una grave operazione chirurgica. Le due bambine vengono invece messe fortunosamente in salvo. I tre sono condotti al campo di transito di Fossoli e di qui, il 5 aprile 1944, deportati ad Auschwitz con altre 600 persone (convoglio numero 9). Eleonora Levi viene selezionata per la camera a gas; Giuliana è immatricolata a Birkenau, dove resta fino all'autunno 1944, col numero 76847. Giorgio Tedeschi muore nella marcia di evacuazione da Auschwitz, mentre Giuliana, trasferita ad Auschwitz I, lascerà il campo con una delle marce di evacuazione verso Ravensbrück (18 gennaio 1945), dove giunge probabilmente nei primi giorni di febbraio. Viene poi trasportata (probabilmente il 22 febbraio) nel sottocampo di Malchow: sarà liberata da russi e francesi durante la marcia di evacuazione da quest'ultimo Lager (Lorenzkirch, 22 aprile).
Nel dopoguerra, accanto al lavoro di docente in un Liceo classico di Torino, ha svolto un'intensa attività di testimonianza e di memoria della deportazione e della persecuzione nazifasciste. E' scomparsa a Torino il 28 giugno 2010.

LA STORIA
Deportata ad Auschwitz è stata una delle prime donne a scrivere un libro di memorialistica della deportazione Questo povero corpo, uscito dalla casa editrice Edit nel 1946. Abbiamo usato qui parte della testimonianza rilasciata nel 1982, in cui insiste molto sul momento dell’arresto che vede contrapporsi anche due tipologie di persone: quelle che denunciano per denaro e quelle che invece aiutano, come nel caso della sua domestica, Annetta Barale, che mette in salvo le sue figlie e riesce a proteggerle fino alla fine della guerra. Nella parte della testimonianza che riguarda i primi anni del dopoguerra torna il tema del trauma, della difficoltà di ricominciare e di ritessere i legami lacerati dalla guerra e dell’esperienza concentrazionaria, ma anche la forza di molti sopravvissuti che sono lentamente riusciti a collaborare alla ricostruzione dell’Italia del dopoguerra.

L'arresto e il ritorno
18 Giugno 1982 - Brani tratti dalla testimonianza rilasciata nell’ambito del progetto: Consiglio regionale del Piemonte A.N.E.D. -Sezione di Torino Istituto di Storia della Facoltà di Magistero dell’Università di Torino





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